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Lo studio si occupa di verificare la possibilità di efficientamento energetico dell'edificio o dell'appartamento, proponendo soluzioni atte a migliorare la qualità dell'ambiente dal punti di vista fisico-chimico, mediante lo studio delle dispersioni termiche verso l'esterno, dell'efficacia della coibentazione e dell'impermeabilizzazione, con lo studio delle soluzioni di ricambio dell'aria e/o di limitazione degli spifferi, accompagnando il proprietario attraverso il calcolo scientifico delle soluzioni tecniche, le soluzioni proposte, fino alla pratica di detrazione fiscale da effettuare sul portale Enea. 


In caso di compravendita o locazione dell'unità immobiliare ci occupiamo di redigere l'Attestato di Prestazione Energetica obbligatorio da allegare all'atto notarile. Durante la presentazione delle pratiche comunali possiamo fornire la relazione tecnica richiesta dall'Allegato Energetico comunale.

Ci occupiamo inoltre del calcolo dei millesimi di fabbisogno e ripartizione della spesa totale di energia termica secondo la norma UNI 10200 così come regolato dal Decreto Legislativo 4 luglio 2014, n.102 e s.m.i. con i seguenti passi:

  • rilievo tecnico-longimetrico delle caratteristiche fisico-chimiche degli elementi costruttivi di ogni singolo appartamento;
  • successivo calcolo strutturato secondo la norma tecnica UNI/TS 11300 per la determinazione dei parametri caratteristici di fabbisogno energetico;
  • redazione delle tabelle millesimali di riscaldamento;
  • ripartizione dell’energia utile volontaria in base alle letture delle apparecchiature per ognuna delle unità immobiliari condominiali (compresi i locali di uso collettivo);
  • ripartizione dell’energia utile involontaria in base ai millesimi di riscaldamento per ognuna delle unità immobiliari condominiali (compresi i locali di uso collettivo).

RIFLESSIONE 1

L'Agenzia della Entrate riconosce il rimborso di una quota variabile per le spese effettuate ai fini della riqualificazione energetica o del recupero del patrimonio edilizio. Il rimborso, disciplinato dall’art. 16-bis del DPR 917/86, è erogato come detrazione fiscale dall'IRPEF dovuta allo Stato per i redditi percepiti.

Di conseguenza la prima condizione necessaria è quella di avere un reddito da lavoro, senza il quale non si pagherebbe l'imposta e quindi non potrebbe esserci detrazione.

Un altro punto fondamentale per fruire della detrazione è che le spese possono essere sostenute per la manutenzione ordinaria solamente da un condominio. La singola unità immobiliare potrà fruire delle detrazioni fiscali in caso di:

  1. Manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia così come individuati dall'art. 3 del DPR 380/2001. In questo caso è possibile anche fruire della detrazione del 50% delle spese sostenute per l'acquisto di mobili da inserire nell'unità immobiliare oggetto di intervento;
  2. Lavori su parti edili ed impianti rivolti al miglioramento termico dell’edificio, alla riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento, l'installazione di pannelli solari e delle schermature solari, sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale;
  3. Fornitura ed installazione di multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, di micro-cogeneratori e apparecchi ibridi in sostituzione degli impianti esistenti, generatori d'aria calda.

In linea di massima la detrazione fiscale verrà corrisposta direttamente con la dichiarazione dei redditi in 10 rate annuali di uguale importo.

Per fruire della detrazione sarà quindi necessario:

  1. Procedere alla presentazione della pratica comunale (CILA/SCIA) nel caso di lavori di manutenzione straordinaria;
  2. Attestare mediante modulo predisposto la possibilità di fruire dell'applicazione dell'IVA agevolata per i servizi di fornitura e posa e per i beni significativi, con i limiti imposti dalla legge;
  3. Pagare le parcelle e le fatture mediante bonifico bancario per agevolazione fiscale (per i mobili è possibile fare anche un bonifico tradizionale o pagare con carta di credito);
  4. Per le riqualificazioni importanti provvedere alla redazione dell'Attestato di Prestazione Energetica (APE);
  5. Comunicare all'ENEA il tipo e gli importi delle lavorazioni, ma solo nel caso di risparmio energetico (anche per i lavori di ristrutturazione);
  6. Conservare la documentazione richiesta dall'Agenzia delle Entrate in caso di controllo fiscale.

È importante non dimenticare nessun passaggio ed essere consapevoli del corretto percorso da seguire, perché in caso di controllo se la detrazione risulta essere non fruibile l'Agenzia delle Entrate chiederà indietro i soldi detratti, le spese, le more e le multe del caso.

RIFLESSIONE 2

Il grande vantaggio dell’insufflaggio è indubbiamente rappresentato dal costo contenuto rispetto ad un isolamento esterno (cappotto), ma porta con sè alcune problematiche di non poco conto.
A differenza dell’isolamento esterno, l’isolamento in intercapedine può accentuare o addirittura creare dei ponti termici che prima non erano presenti nella costruzione.  Isolando nelle intercapedini, creiamo di fatto una discontinuità all’ interno della parete, dove avremo parti fortemente isolate affiancate a porzioni di muratura per nulla o debolmente protette: tali punti (pilastri perimetrali, sottofinestre, cassonetti, solette intermedie) divengono dei ponti termici, ovvero delle aree dove il calore e l’umidità interna si “concentrano” per uscire verso l’esterno. Il problema dei ponti termici è che, purtroppo, da molti vengono visti in termini di superficie: “è solo un pilastro sull’intero muro, cosa sarà mai?!”  
In realtà il comportamento è analogo a quello dell’acqua in un secchio che presenta un foro: il secchio perde proprio di lì e più piccolo è il foro, maggiore è la pressione dell’acqua che esce!
Inoltre, come si vede dalla figura, se alla superficie del muro sottraiamo tutte le superfici non tecnicamente isolabili, l’area isolata viene pesantemente ridotta; ciò non rende vano l’intervento, ma ne riduce i risultati.

I ponti termici non significano solo dispersioni, ma anche superfici fredde all’interno dell’edificio: lì l' umidità presente nella stanza può condensare (così come avveniva con i vetri singoli degli infissi); pur non verificandosi evidenti fenomeni di condensa, si possono generare fenomeni di muffa; come accade nei bagni di molte case, anche se poco isolate.
Tali fenomeni possono comparire più spesso a seguito degli insufflaggi: sulle superfici dei pilastri, nelle sottofinestre o sulle spalline delle finestre.
Trattandosi però di situazioni prevedibili e calcolabili prima dell’intervento attraverso semplici simulazioni, normalmente si evita la formazione di muffe raggiungendo temperature superficiali – in presenza dei ponti termici - superiori ai 17°C

Per ovviare a queste spiacevoli situazioni, è bene arieggiare maggiormente l’edificio isolato ed evitare eccessivi carichi di umidità interna (es. asciugatura dei panni). Qualora l’areazione manuale sia di difficile gestione, si può ricorrere alla ventilazione meccanica controllata, che però comporta costi aggiuntivi.

Un’ultima attenzione deve essere posta in fase di sopralluogo: molte intercapedini sono “intasate” dal materiale isolante - posato ai tempi della costruzione-  che si è mosso oppure, caso peggiore, da materiale di cantiere che negli anni passati si aveva l’abitudine di gettare in intercapedine. Non escludiamo, specie per interventi di una certa entità, un’analisi dell’intercapedine attraverso una micro-camera o con una meno invasiva termografia.  In presenza di questi ostacoli, è fondamentale ricorrere a materiali isolanti molto scorrevoli che possono introdursi in modo omogeneo senza creare dei “tappi” nella struttura.

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